lunedì 10 luglio 2023

LO STORICISMO TEDESCO E ITALIANO: UNA BUONA LENTE PER LEGGERE IL PRESENTE ?

LO STORICISMO EUROPEO: UN OCCHIALE ATTUALE PER CAPIRE IL PRESENTE

 

Il titolo Lo Storicismo in Germania e in Italia (1730 – 1954). I problemi del XXI secolo, alla luce dello Storicismo non rende pienamente giustizia a questo ponderoso volume (986 pagine) di Livio Ghersi delle edizioni Di Girolamo di Trapani.  E’ sì, infatti, un libro che espone il pensiero di alcuni dei principali storicisti europei tra il XVIII e il XX secolo, ma è anche uno splendido esempio di cosa dovrebbe significare essere un intellettuale (o, equivalentemente, un filosofo nel significato etimologico, greco, del vocabolo): capace di leggere i libri essenziali su un tema, di giudicarli senza reverenze fuori luogo e soprattutto di metabolizzarli per decifrare la vita, la storia passata e presente, la realtà. Quindi senza dogmatismi, senza furbizie diplomatiche o accademiche, soprattutto animato  dalla passione per la verità (sia pur parziale) e per il bene dell’umanità (sia pur in progress).

Ciò che mi ha colpito maggiormente di quest’opera – che a mio sommesso avviso non dovrebbe mancare nella biblioteca di alcun cultore di storia delle idee e di storia politica – è la estrema, rarissima, libertà di pensiero che traspira da ogni pagina. L’autore infatti, pur esprimendo rispetto e non di rado ammirazione per i pensatori di cui illustra le linee portanti ( G.B. Vico, J. G. Fichte, J. G. Hamann, , J. G. Herder, W. Humboldt, F. D. E. Schleiermacher, B. G. Niebuhr, L. von Ranke, W. Dilthey, G. Simmel, H. Rickert, E. Troeltsch, O. Spengler, F. Meinecke, B. Croce), non esita a prenderne le distanze ogni volta che lo ritiene necessario.

Altrettanta libertà egli dimostra nel valutare personaggi e vicende del nostro tempo: pur dichiarandosi più volte un “liberale”, avanza critiche – talora durissime – a governi di impostazione liberale-liberista, dal governo britannico uscito dall’Unione Europea al governo statunitense che, per giustificare la “insaziabile bulimia” della Nato (p. 632) sta demonizzando la figura di Putin e foraggiando una campagna d’informazione mondiale tesa ad attizzare la «russofobia»” (p. 645). 

Non posso accennare, neppure per sommi capi, ai diversi passaggi del libro che mi trovano talora perplesso talora in disaccordo. Ma posso testimoniare che anche questi passaggi, esposti con magistrale chiarezza e insolita dignità morale, mi hanno attivato considerazioni e punti di vista a cui non avrei mai pensato da solo. E non è forse questo “dar da pensare” il massimo che si può chiedere a un volume di saggistica nell’epoca della scrittura per slogan con finalità (più o meno scopertamente) apologetiche o propagandistiche? 

 

Augusto Cavadi

 

www.zerozeronews.it

8.7.2023

1 commento:

Livio Ghersi ha detto...

Carissimo Augusto,

Ho letto e davvero Ti ringrazio.
Livio