Ci sono preti che morendo lasciano un vuoto nella comunità cristiana in cui hanno vissuto e operato. Altri che lo lasciano nell’intera città, ben al di là dei recinti ecclesiali. Don Salvatore Resca va annoverato senz’altro in questa seconda categoria. Infatti con lui – spentosi a novant’anni compiuti il 27 novembre – non muore solo il viceparroco della parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, la più celebre e attiva della grande diocesi di Catania, ma anche il docente di filosofia stimato e amato da intere generazioni di liceali e il fondatore del movimento “Cittàinsieme”, un esperimento decennale di aggregazione politico-culturale indipendente dai partiti politici, vigile criticamente e propositiva costruttivamente.
Certo,
come capita ai profeti, sulla sua bara piovono le dichiarazioni ufficiali di ammirazione
e di cordoglio (dall’Amministrazione e il Consiglio comunale di Catania che ne
ricordano lo “spiccato senso dell’impegno sociale nell’interesse del bene
comune” all'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo che ha l’onestà di
ricordare “le divergenti vedute su temi di interesse sociale” esplose anche in
occasioni di “confronto molto vivace coi suoi giovani”): ma la verità è che, in
vita, don Resca è stato un pungolo socratico fastidioso a molti, dentro e fuori
la Chiesa. Lo è stato dal pulpito – le sue omelie sono state pubblicate in tre
volumi dalle edizioni “Il pozzo di Giacobbe” con il titolo inequivoco Il
vangelo al contrario, Prediche uggiose – ma lo è stato ancor di più nell’agorà
cittadina dove non ha soltanto denunciato il malaffare mafioso senza cercare
giri di parole, ma anche interloquito altrettanto coraggiosamente con le giunte
municipali di ogni colore susseguitesi nei decenni (come può fare solo chi non
ha né fame di finanziamenti pubblici né brama di affiancarsi ai poteri forti): anche l’ex sindaco Enzo Bianco, che
pur riconosce il contributo di “Città Insieme” al “Patto per Catania che
rappresenterà il cardine della Primavera” della città etnea, non può fare a
meno di ricordarne, oltre ai “suggerimenti”, le “provocazioni intelligenti”.
Elio
Camilleri, compagno di studi a Partinico di Peppino Impastato e di Salvo
Vitale, mi racconta i viaggi quasi quotidiani in auto da Catania a Caltagirone e
ritorno con il collega di insegnamento Resca: viaggi che – resi leggeri dalla divertente
loquela del prete – erano anche
occasione di confronto fra due persone di ben diverso orientamento religioso.
Augusto Cavadi
Qui la versione originale:


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