La
passione per la scrittura, come tutte le passioni intense, porta a imprese
folli. O che tali possono apparire. E’ il caso di Valerio Droga che, non pago
di scrivere racconti, ne disegna le illustrazioni, li impagina con cura,
s’inventa un marchio editoriale per pubblicarli e s’ingegna di promuoverli
attraverso vari canali telematici. Egli inaugura una delle nove Collane
progettate, la “Collana della Farfalla”, con la raccolta Ma quanto parli?
Quattro storie contate (www.lamedlibri.it, Palermo 2025, pp. 94) che
costituisce una nuova edizione, ampliata, di una precedente pubblicazione con
lo stesso titolo del 2014.
La
domanda più spontanea è facile da immaginare: il gioco vale la candela? La mia
risposta – da lettore molto “medio” che non ha nessuna pretesa di critica
letteraria – è senz’altro affermativa. E lo è in base a un criterio talmente
elementare da poter risultare rozzo: i testi di narrativa o avvincono
(suscitandoti il desiderio di leggerli rapidamente sino alla fine) o ti
annoiano (e, dunque, per quanto ti riguarda, si sarebbe potuto risparmiare la
carta necessaria a stamparli).
Le
pagine di Droga mi hanno afferrato sin dal primo racconto – Passeggiata
– che, vergato con una scrittura elegante ma non ricercata, lineare, pulita
riserva un colpo di coda finale intriso di tenerezza contagiosa.
Più
triste, quasi tragico, il racconto Ma quanto parli? che dà il titolo
all’intera raccolta: un’immersione nel mondo della miseria materiale e morale
in cui, nonostante i decenni trascorsi dall’epoca in cui sono ambientate le
vicende, continuano ad arrancare troppe fasce sociali.
Con
Il messaggero l’autore - come avverte egli stesso nella “Introduzione
alla lettura” – prova a “cimentarsi col genere giallo”, a “giocare con la
suspence e la tensione”, a “crearla e a trasmetterla”: e, a mio sommesso
avviso, ci riesce.
Il quarto racconto, Totò l’Arabo – più una breve cronaca che una fiction – mi
è risultato il meno toccante, nonostante la vicenda narrata sia in sé
oggettivamente patetica. Intrigante invece Metafora, ultimo racconto
(aggiunto come quinto, a dispetto del titolo della raccolta, in questa nuova
edizione), nel quale Droga, accogliendo
la sfida di un docente universitario di scrivere un raccontino in non più di
venti righe, prova a “trattare temi anche pesanti, tristi, violenti ma in modo
poetico e, per questo, catartico, senza mostrare gli aspetti più duri
dell’evento drammatico”.
In una pagina di congedo l’autore ringrazia i lettori per il tempo dedicato a queste storie: “chi parla molto per paura del silenzio e chi, senza parlare, riesce a dire tanto, chi ha aspettato per tanto tempo qualcosa che non è arrivato, chi ancora non smette e non smetterà mai di aspettare”. Non pochi lettori, suppongo, ricambieranno – come me – il ringraziamento.
Augusto
Cavadi
www.augustocavadi.com
Per la versione originaria cliccare qui:
https://www.girodivite.it/4-racconti-anzi-5-di-Valerio-Droga.html
3 commenti:
Ciao Augusto carissimo, si trovano in libreria?
Caro Augusto, diversamente dal tuo pensarti "lettore medio", anche nelle recensioni (in questo caso: praetor etiam parvas res curat) riveli la chiarezza del tuo pensiero. Un caro saluto.
No, cara Rita. Si acquistano via internet nelle librerie on line come Amazon. Ma se vuoi chiedo all'autore-editore-libraio di lasciartene una copia in portineria (e ti direi quanto costa una copia)
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