Nel
Medioevo a spostarsi erano il pellegrino, per mettere alla prova la sua
fede, e il mercante, per commerciare. Nella Modernità, soprattutto nei
secoli XVIII e XIX, appare il viaggiatore, che parte per luoghi
conosciuti attraverso il filtro della letteratura e della pittura: il voyage
en Italie diventa un must per intellettuali e artisti europei.
Dagli anni Sessanta del secolo scorso queste figure ‘classiche’ vengono sostituite dal turista nel quale avviene un’inversione di prospettiva: più che la méta, gl’interessa come arrivarci (con che mezzo, in quanto tempo, con quanti soldi, in compagnia di chi…). La riprova? Raramente un visitatore sceglie dopo un’attenta documentazione su ciò che meriti attenzione, spesso preferisce fidarsi della pubblicità più accattivante. Con effetti un po’ paradossali (di cui in Sicilia non mancano gli esempi): luoghi sconosciuti, individuati come mete incantevoli, attirano tanti turisti da perdere le caratteristiche naturali e antropologiche originarie. Un equilibrio fra rispetto per il genius loci e opportunità di lavoro è tanto necessario quanto arduo.
Augusto
Cavadi
“Gattopardo/Sicilia”
Agosto
2025
Nessun commento:
Posta un commento