lunedì 9 aprile 2018

I SICILIANI SPIEGATI AI TURISTI (puntata n. 17)

“Gattopardo”
Aprile 2018
 I SICILIANI SPIEGATI AI TURISTI (17. ma   puntata )

    In questa rubrica provo a spiegare ai turisti che vengono in Sicilia quel fenomeno strano, enigmatico, costituito dai … siciliani. Posso osare l’ardua impresa perché in Sicilia ci sono nato e vissuto per quasi settant’anni; e non da osservatore del tutto sprovvisto di attrezzi per leggere uomini e cose. Eppure…Eppure devo ammettere, con onestà, che di fronte a certi “misteri” non mi resta che arrendermi. 
   Quando, ad esempio,  con una coppia di amici tedeschi mi è capitato di fare una passeggiata dalla borgata di Vergine Maria verso Mondello, sulla stradina laterale dell’Addaura, sfiorando dall’alto l’immenso complesso di edifici dell’ex-istituto “Roosevelt”, cosa avrei potuto rispondere alla domanda: “Perché questi edifici su una costa così bella, da cui si ammira un panorama incantevole, sono disabitati e abbandonati? Perché non diventa una struttura polivalente - gestita da cooperative di giovani disoccupati - per eventi culturali, ricevimenti di nozze, feste di compleanno, turismo giovanile, funerali laici? E se  l’amministrazione regionale non vuole, o non sa, metterli a frutto né intende affidarli a imprenditori privati, perché non li demolisce restituendo la costa al suo splendore originario?” (Meno male – penso tra me e me – che non sappiano che a poche centinaia di metri da qui abbiamo una caverna con iscrizioni preistoriche di interesse estremo, la cui visita è affidata alla disponibilità semi-volontaria di un custode difficilmente reperibile).
   O, quando, per fare un altro esempio, accompagno un collega di Torino per una visita medica al complesso ospedaliero “Enrico Albanese” (noto anche come “Ospizio marino”), disteso sulla costa fra la Tonnara Florio e Villa Igea, cosa rispondere alla domanda sulle ragioni per cui molti padiglioni sono in stato di abbandono né l’Azienda provinciale sanitaria – che lamenta continuamente mancanza di risorse finanziarie e di locali – li recupera, come farebbe qualsiasi altra Azienda (pubblica o privata), per risparmiare su altre spese e addirittura lucrare a beneficio della collettività?
  Il “Roosevelt” e l’ “Enrico Albanese” sono stati costruiti appositamente su due angoli di bellezza strepitosa: in nessuna nazione occidentale (ancor meno in Cina, forse neppure in Africa) gli amministratori pubblici consumerebbero sprechi del genere. Perché ciò che è ordinaria amministrazione in Trentino-Alto Adige o in Valle d’Aosta (per restare nei confini italiani) dev’essere considerato dalle nostre parti un sogno talmente irrealizzabile da non esaminarne e discuterne neppure la fattibilità? Di solito si risponde: perché non sarebbe possibile “mangiarci”. Ma in questi casi sarebbe una risposta non convincente. Infatti qualsiasi cinico potrebbe controbattere che opere del genere, oltre a garantire lavoro onesto a centinaia di cittadini, non escluderebbero margini per la corruzione, almeno nella fase di ristrutturazione e ammodernamento dei locali. Come fare a spiegare al visitatore che l’autolesionismo dei siciliani (della maggior parte dei siciliani, non di tutti: mi consta che alcuni imprenditori onesti hanno tentato invano di acquisire in affitto delle parti almeno di questi spazi) arriva al punto da non essere attratti né dal gusto di lasciare la propria terra più abitabile di come l’hanno trovata alla nascita né dalla seduzione della bustarella sottobanco? L’ignavia vince 1 a zero sia se si batte contro la dedizione al bene comune che contro l’avidità privata. 

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

2 commenti:

armando caccamo ha detto...

E i paradossi sono molti di più: L'Azienda Ospedaliera "Villa Sofia-Cervello" ad es. possiede un'area abbandonata in via Ingegneros, che arriva fino a viale Strasburgo (al di qua e al di là dello stesso viale, in cui c'è un palazzo di sei piani abbandonato e un parco da fare invidia a tanti pensionati per anziani. A San Lorenzo, c'è un complesso monumentale vuoto, sempre(credo) della stessa Azenda Ospedaliera, dove solo alcuni locali sono occupati dagli uffici della Questura "sportello immigrati", possibile centro accoglienza, o possibile Grande Albergo, o possibile area museale. Per tacere della "Chimica Arenella" adiacente al cimitero dei Rotoli. Non credo che questa situazione non giovi a nessuno. Bisogna farsi delle domande e cercare delle risposte.

Piero Lombardo ha detto...

Palermo11/04/2018


Caro professore Augusto Cavadi,
leggo con amarezza e non senza una punta di rabbia il suo accorato articolo su GATTOPARDO di aprile, che condivido e sottoscrivo ( e mi perdoni se mi permetto questo umile commento).
“La forza dell’ignavia” a Palermo, e un po’ in tutta la Sicilia, è veramente forte, direi tragicamen-te virale: vedi le amministrazioni comunali e regionali, quanti ignavi, caro professore! Pseudo po-liticanti, senza storia, né istruzione. A Dante non basterebbero tutti i suoi gironi dell’Inferno per sistemarli tutti.
Lei parla del Roosevelt e dell’Ospizio Marino, e quanti altri centinaia di esempi potremmo ag-giungere?
L’ignavia è la malattia cronica da cui questa nostra Terra forse non potrà mai guarire e in cui ar-mai sguazzano senza vergogna i nostri infingardi amministratori locali.
Gioielli artistici, monumentali, siti di infinita importanza storico-culturale, gioielli architettonici e palazzi fiabeschi, che rappresentano un patrimonio inestimabile e un potenziale di grandissima energia sociale, economica e occupazionale, purtroppo si trovano nella città sbagliata, dove non sono valorizzati, protetti, recuperati, curati. Dove una colpevole miopia gestionale del territorio palesa oltre alla sua miseria culturale, la delinquenziale incapacità di sfruttare all’uopo persino i provvidenziali fondi europei.
I suoi amici tedeschi e il suo collega di Torino, giustamente increduli, chissà cosa pagherebbero per avere i nostri tesori, che si stanno perdendo nel degrado e nell’oblio.
Questa città, che si vuole spacciare come Capitale della Cultura 2018 rimane bloccata politica-mente dall’ immobilismo e dall’ indifferenza da chi invece dovrebbe farla volare, come merite-rebbe.
E in questa Città della Cultura, è vero, l’ignavia vince uno a zero . . . anche sulla spazzatura.
La ringrazio per avermi sopportato fin qui.
Con stima e simpatia
Piero Lombardo