sabato 22 febbraio 2020

C'E' UN GIUDICE A PALERMO ? SI', MA ANCHE AVVOCATI...

“REPUBBLICA – PALERMO”
21.2.2020

QUANDO E’ LA BUROCRAZIA A UCCIDERE IL SENSO CIVICO

Per quanto strano possa sembrare, esistono cittadini – anche nel Meridione – che tifano per lo Stato democratico e i suoi valori costituzionali. Che pagano di buon grado le tasse. Certo, lo farebbero con animo più convinto se i servizi essenziali fossero migliori; se i pronto-soccorso non fossero in condizioni babeliche; se meno classi scolastiche fossero ospitate in edifici non a norma di legge; se le cause penali e civili non durassero sino allo sfinimento…ma lo fanno. Eppure ci si può trovare in situazioni in cui il senso civico è messo a dura prova.
Più di quarant’anni fa, ad esempio, mia madre ereditò un terreno dai suoi genitori, ma la giunta comunale di Niscemi lo dichiarò quasi subito “verde pubblico”. Ovviamente non lo si poté vendere a privati; non lo si poté cedere in comodato d’uso gratuito al parroco perché questi non intendeva investire denaro per farne un campo di calcio che in qualsiasi momento gli avrebbero potuto sottrarre. Dopo quasi mezzo secolo, non è stato espropriato (né versata alcuna somma a risarcimento) né attrezzato a “verde pubblico”. Metro quadrato dopo metro quadrato è stato quasi tutto fagocitato da costruzioni abusive ormai, probabilmente, sanate. Insomma: un esempio eloquente di prepotenza istituzionale ai danni di chi non ha voluto – anche perché poco conveniente – ricorrere al Tribunale amministrativo regionale. 
 Ormai anche mia madre non c’è più da anni. Mi sono ricordato della vicenda perché qualcosa di simile sta avvenendo a un mio caro amico di Palermo. Nel 2015, a lui come a diversi proprietari, sono stati espropriati dei terreni in contrada Belmonte-Chiavelli. Sacrosanta la ragione: la realizzazione di un progetto di regimazione idraulica a cavallo fra i comuni di Palermo e di Belmonte Mezzagno. Come prevede la legge, il Genio civile del capoluogo avrebbe dovuto operare un nuovo frazionamento dei terreni, assegnando a ciascuno un numero di particella: ma, di mese in mese, sono trascorsi invano i primi cinque anni. Né si profila all’orizzonte una data certa. Senza la nuova particella, questi terreni sono bloccati: non si possono né vendere né donare. Ancora una volta, numerosi cittadini (alcuni dei quali più vicini agli ottant’anni che ai settanta) vengono privati del diritto costituzionale di disporre della loro proprietà solo perché la burocrazia sa di essere - di fatto, se non di diritto - al di sopra di ogni rivendicazione. Così anche questi terreni galleggeranno (chi sa per quanto tempo ancora) in una sorta di no man’s land  dai confini incerti, preda di chi è meno motivato al rispetto delle regole e più svelto a creare situazioni di fatto,  destinati infine a scomparire fra le spire di un sistema che se non mafioso, certamente è mafiogeno.
 Secondo Bertold Brecht, il mugnaio di Potsdam trovò un giudice a Berlino che ne difese i diritti contro le pretese dell’imperatore Federico II di Prussia, deciso a espropriare un mulino solo per allargare il panorama dalla sua reggia. Certamente ce ne sarà anche uno – anzi più di uno – a Palermo. Ma non siamo nel Settecento e bisogna trovare anche degli avvocati che, comprensibilmente, non lavorano gratis. E non sempre (ammesso che la disponibilità finanziaria ci sia) il gioco vale la candela. 

Augusto Cavadi
www.augustocavadi.com

1 commento:

Elio ha detto...

Bellissimo articolo, grazie !