lunedì 8 febbraio 2021

I MATTARELLA: DUE SICILIANI PER BENE


 “Il Gattopardo”

Dicembre 2020

 

UNA LEGITTIMA SPERANZA

 

Ci sono politici italiani famosi in tutto il mondo più per la vivacità scoppiettante della  vita privata che per le attività istituzionali. Ma non è questa la regola generale. L’attuale presidente della Repubblica italiana, ad esempio, è apprezzato – e non solo all’interno dei confini nazionali – per la  sobrietà dello stile di vita, il rispetto rigoroso delle regole formali e informali, la signorilità del tratto. Quando un attore comico vuole ironizzare  su di lui, può soltanto enfatizzarne la serietà del carattere e la misurata compostezza dei gesti. 

Pochi turisti sanno che Sergio Mattarella è palermitano e che a Palermo ha iniziato la sua carriera professionale e politica: una testimonianza preziosa per compensare, nell’immaginario comune, altre figure di siciliani molto meno rispettosi della legalità democratica e molto meno dediti al bene della società. Ancor meno numerosi sono i visitatori stranieri  che conoscono l’origine della decisione di Mattarella di impegnarsi  a tempo pieno nell’agone politico.

L’evento decisivo avvenne esattamente 40 anni fa, il 6 gennaio del 1980, quando un complotto politico-mafioso trucidò il fratello Piersanti che, nonostante la giovane età (non aveva ancora compiuto i 45 anni), occupava già la poltrona di presidente della giunta di governo regionale siciliana. Aurelio Grimaldi ha in questi mesi dedicato a Il delitto Mattarella un libro e un film. Per il più giovane Sergio, l’assassinio di Piersanti costituì una ferita dolorosa e non più rimarginabile, ma anche una sfida a raccogliere il testimone e proseguire la fatica del rinnovamento etico e politico. Infatti il presidente ucciso non era solo una presenza affettiva, ma anche una guida e un modello: a differenza di altri leader, prima e dopo di lui, Piersanti aveva voluto creare un vivaio di giovani che si preparassero – intellettualmente e moralmente – a servire la ‘polis’ (la ‘città’) mediante ruoli più o meno direttamente politici. Sono state raccolte recentissimamente  (Piersanti Mattarella. La persona, il politico, l’innovatore, a cura di A. La Spina, edito da Il pozzo di Giacobbe) una ventina di testimonianze di amici e collaboratori che ne evidenziano i legami con protagonisti di primo piano della storia italiana del Secondo dopoguerra : da Luigi Sturzo a Giorgio La Pira, da Sandro Pertini ad Aldo Moro. 

Piersanti Mattarella riuscì, nel suo tempo, a fare della Sicilia un laboratorio politico di rilevanza nazionale (anticipando i processi di avvicinamento del cattolicesimo democratico al socialismo dal volto umano), rinunziando a protagonismi infantili e a settarismi provinciali. Che il ‘miracolo’ si ripeta, nell’era della demagogia populista in cui i leader dei vari schieramenti sembrano cercare fan più che compagni di strada, costituisce una speranza legittima. Ma una previsione improbabile.

 

Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

2 commenti:

gabriella ha detto...

Due siciliani per bene!

Anna Pensato ha detto...

Carissimo, ho letto l'articolo una legittima speranza in cui celebri due famosi personaggi siciliani del mondo della politica, Piersanti e Sergio Mattarella, quest'ultimo attuale nostro Presidente della Repubblica, mentre il fratello maggiore Piersanti, è stato ucciso dalla mafia. Accenni nel tuo articolo come questi sia stato importante mentore per il fratello minore, che raccolse il testimone per proseguire il rinnovamento etico della classe politica siciliana,iniziando dai giovani e mantenendo uno stile di vita sobrio e rispettoso delle regole e delle persone, anche se avversari politici.
Purtroppo in questa nostra terra siciliana molti esponenti politici e non, ad iniziare da Emanuele Notarbartolo nel 1893 ed a seguire Pio La Torre ed altri ...che intendevano con la loro integrità morale, arginare ed opporsi alla corruzione e a qualsiasi altra forma di disonestà, sono stati battuti, non attraverso un formale contraddittorio tra chi sostiene opinioni contrarie, bensì uccisi.. Fanno veramente paura alla mafia, questi illustri ed onesti personaggi, che, non potendo convincerli con la corruzione, li eliminano.
Nel rammentare questi tristi episodi, io penso sempre alle parole di Giovanni Falcone che sosteneva che la mafia è un fenomeno e come tale nasce e muore ed io mi auguro che sparisca così come sparirà la demagogia, oggi imperversante.
Sarà utopia ? forse, io li chiamo sogni e come tali, per me sono duri a morire.
Affettuosamente, tua commare Anna