giovedì 16 giugno 2022

DEFICIT DI ACQUA IN SICILIA: COLPA DELLA NATURA O DELLE CLASSI DIRIGENTI ?

 

“Il Gattopardo”

(edizione cartacea Sicilia)

Aprile 2022

DEFICIT DI ACQUA IN SICILIA: COLPA DELLA NATURA O DELLA CLASSE DIRIGENTE?

“Ma in Sicilia avete tutto: sole, mare, montagne, arte…!” osservano spesso i visitatori. “Proprio tutto no” – obietta il siciliano ‘tipico’. “Purtroppo, scarseggia l’acqua: piove troppo poco”. (Ricordate, nel capolavoro di Roberto Benigni Johnny Stecchino, il personaggio che elenca le tre piaghe della Sicilia: l’Etna, il traffico e – appunto – la siccità ?).

Che si tratti di un luogo comune lo attestano le statistiche: nell’isola, infatti, piove certamente meno che sulle Alpi, ma non in misura mediamente insufficiente. Se l’acqua nelle case scarseggia, le responsabilità, passate e presenti, sono esclusivamente da attribuire a noi siciliani. Non alla Natura.

Gli incendi che deforestano ogni estate montagne e colline (provocati da criminali che, incredibilmente, rimangono impuniti nell’era dei droni e dei satelliti-spia) amputano la millenaria funzione di trattenimento dell’acqua piovana esercitata da alberi e arbusti. Là dove, nonostante tutto, il prezioso liquido viene raccolto in bacini, si spreca per malfunzionamento delle dighe che – per difetti strutturali o per guasti temporanei – non riescono a conservarlo sino ai mesi estivi.

L’acqua che sopravvive a tanta dispersione viene, almeno, distribuita razionalmente? Purtroppo no. Soprattutto nel passato, il controllo dell’elemento necessario all’irrigazione dei campi era in mano alle cosche mafiose che potevano così condizionare la vita economica e sociale di vasti territori; ai nostri giorni – in cui il dominio mafioso nel settore agrario sembra in declino – ci pensano la miopia dei politici e la corruzione dei burocrati a impedire che la rete di distribuzione dell’acqua venga inficiata da tubature fatiscenti (come, per altro, avviene in tante altre regioni italiane). 

Un romanzo di Anna Li Vigni di alcuni anni fa, intitolato Da bere agli assetati e ricco di riferimenti alla pasticceria siciliana, fa comprendere perché dalle nostre parti si preferisca ottemperare ad altri inviti evangelici. Come dare da mangiare agli affamati.

Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissima riflessione sulle vere responsabilità della siccità e non solo in Sicilia...

Antonella Palazzotto ha detto...

Condivido la riflessione e cercherò di leggere il libro. Troppo spesso parlo e commento senza avere letto. Grazie per queste occasioni di arricchimento.