giovedì 29 settembre 2022

LA "LETTURA SPIRITUALE" COME AUTO-TERAPIA

                                            

La “lettura spirituale” come auto-terapia ?

Molti di noi, frequentemente, si avvertono inquieti. Le ragioni oggettive non mancano né a livello individuale e familiare né, ancor meno, a livello sociale. Ma se affrontiamo queste ragioni esterne con la confusione della nostra mente, dei nostri sentimenti, delle nostre emozioni... aggiungiamo inquietudine a inquietudine. Possiamo fare qualcosa prima di ricorrere all'aiuto professionale di uno psicoterapeuta o di un consulente filosofico? 

Probabilmente sì. In tutte le principali tradizioni spirituali d'Oriente e d'Occidente sono state sperimentate forme di auto-controllo, di pacificazione interiore, dettate dalla saggezza secolare e più semplicemente dal buon senso. E' possibile che ognuno/a di noi trovi un suo metodo fra tanti o ne inventi uno plasmandolo a misura delle proprie attitudini.

Tra queste forme di auto-terapia esistenziale rientra certamente la meditazione che, a sua volta, è stata declinata in molte maniere (ciascuna delle quali con pregi e svantaggi). Una delle forme più antiche, e più agevoli, è la “lettura spirituale”. In cosa consiste?

Innanzitutto nel regalarsi, con impegno rigoroso, quindici minuti al giorno di silenzio. Per riecheggiare Virginia Woolf, quindici minuti “tutti per sé”. Non è facile, come sa chiunque abbia provato a sperimentarlo. Siamo tanto assuefatti ai rumori che ne avvertiamo la mancanza, come d'una copertura, pur comprendendo in astratto i difetti della dispersione e dell'assenza di calma. Dobbiamo riconoscerlo con onestà: anche da adulti, persino da anziani, abbiamo bisogno di rieducarci al silenzio. Che è certo, immediatamente, tacitazione dei rumori esterni e interni - distacco dalla molteplicità degli stimoli sensibili, rinunzia momentanea a ciò che è superfluo -, ma è più ancora un movimento positivo: chiamata a raccolta delle proprie energie potenziali, attenzione sull'essenziale, concentrazione su qualcosa che meriti di essere visto, contemplato, gustato, interiorizzato. Insomma, il silenzio dista dal mutismo come un quadro di Chagall da una sua copia artigianale: l'uno ha un'anima, l'altra no.

In questo ri-orientamento, per favorire lo scavo di spazi di tranquillo silenzio nel ritmo incalzante degli impegni quotidiani, e per riempirli di contenuti positivi, possiamo ricorrere al sostegno di un certo genere di libri. Non mi riferisco a un genere specifico perché ogni libro può risultare, per una persona, un buon testo di meditazione. Indubbiamente ci sono autori di saggistica che più di altri si prestano alla “lettura spirituale”, anche per il loro stile accessibile e scorrevole: Montaigne o Voltaire, Erich Fromm o Victor Frankl sono tra questi. Ci sono scritti di Norberto Bobbio o di Vito Mancuso che si prestano altrettanto bene. Ma decisivo è l'atteggiamento con cui ci accostiamo a questi testi: possono essere per noi strumenti di concentrazione, di raccoglimento, se non li cerchiamo per un'ennesima esperienza intellettuale (a fini d'istruzione o di evasione o di godimento estetico: tutti fini legittimi e auspicabili, in altri contesti): ciò che conta è che ci accompagnino in un processo di consapevolezza sulle grandi questioni della vita. 

Se proprio si volesse schematizzare un processo ogni volta differente, vivo, si potrebbero individuare tre tappe principali.

Per completare la lettura, e vedere l'arredo iconografico, cliccare qua:

https://www.zerozeronews.it/la-lettura-spirituale-come-auto-terapia/











2 commenti:

Armando Caccamo ha detto...

Utile è questo invito alla meditazione laicamente spirituale. È efficace quanto quella legata alle religioni. Grazie anche a te, caro Augusto, traggo beneficio dai quindici minuti (per me spesso molti di più in quanto pensionato) di meditazione post lettura. Oltre la lettura di testi di autori come quelli da te menzionati, io mi avvalgo di una mia antica passione: l’ascolto della musica; quando ci si lascia assorbire da questa pratica ci si sente appagati e migliori, ci si sente meglio disposti anche verso il mondo ostile (o che a noi appare tale). Quale tipo di musica? quello che meglio tocca le nostre corde del profondo. Questo volevo dire.

Elio Rindone ha detto...


Caro Augusto,
ottime pagine su lettura spirituale.

Ciao, e.