venerdì 29 agosto 2025

MELONI OSANNATA DA "COMUNIONE E LIBERAZIONE": DOLORE, MA SENZA STUPORE

 

L’AUTOGOL RIMINESE DEL CATTOLICESIMO ITALANO

La calorosa accoglienza che i partecipanti al meeting di “Comunione e liberazione” hanno riservato a Giorgia Meloni può addolorare, ma non sorprendere. Può addolorare perché se una delle poche organizzazioni cattoliche ancora capaci di mobilitare in Italia pezzi (sia pur minoritari) di fasce giovanili esprime entusiastico consenso al Capo del governo più lontano dallo spirito della Costituzione sino ad oggi registratosi, vuol dire che davvero camminiamo sull’orlo del baratro: quando gli adulti di domani già adesso condividono il conservatorismo reazionario degli adulti di oggi, che speranze di miglioramento culturale e politico si possono nutrire per i prossimi decenni?

Questo dolore – più acuto per chi si è formato alla scuola di Jacques Maritain, Emmanuel Mounier, Giorgio La Pira, Giovanni XXIII, Paolo VI, Tina Anselmi, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo, Giovanni Franzoni, Leonardo Boff…- non può, però, accompagnarsi a nessuno stupore. La platea di Rimini è la stessa che applaudiva Giulio Andreotti (già oggetto di accuse gravissime, confermate in processi da cui è uscito non assolto ma indenne per prescrizione dovuta a scadenza dei termini) e poi Silvio Berlusconi (al cui partito, dopo varie trasmigrazioni non interrotte da una condanna definitiva a cinque anni e dieci mesi per corruzione nel 2019, finirà con l’aderire Roberto Formigoni, leader indiscusso di CL). Nessuna critica specifica merita Giorgia Meloni: fa quello che sa fare, che ha sempre fatto, che sanno fare i demagoghi, cioè accettare ogni genere di invito per promettere a chi l’accoglie ciò che desidera sentirsi promettere. Diversa la valutazione del Movimento cattolico che  formula tale genere di inviti: legando le proprie sorti – mediante una legittimazione reciproca – alle formazioni più lontane dal messaggio evangelico, non si accorge di segare il ramo su cui è appollaiato. Infatti il cattolicesimo è già in crisi dal punto di vista dell’insegnamento teologico, ‘dogmatico’: se anche sul piano etico, ‘pratico’ si uniforma alla maggioranza mondiale spietatamente predatoria, che attrattiva gli rimane? Quale differenza specifica dovrebbe salvarlo dall’irrilevanza? Secondo uno dei quattro vangeli Gesù stesso avrebbe avvertito: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente” (Mt 5, 13).

 

                                                                                                              Augusto Cavadi                                                                                                                                                                                                                                                            www.augustocavadi.com

Versione originaria illustrata:

https://www.zerozeronews.it/lautogol-del-cattolicesimo-italiano-secondo-il-vangelo-di-comunione-e-liberazione/


8 commenti:

MANLIO SCHIAVO ha detto...

Nel condividere questo puntuale commento, mi pare che non possa non disorientare e fare riflettere anche la notizia che finalmente (!) l’on. Salvini, Ministro di questo Governo così ben disposto a politiche di accoglienza, è stato ricevuto dal Papa.
C’era forse un’urgenza istituzionale, che a noi sfugge, la possibilità di aprire un fronte diverso di relazioni, mirante ad una revisione o ad un cambiamento di prospettiva politica proprio di questo Ministro; o il bisogno, proprio di questo Ministro, di farsi regalare una particolare e più efficace corona di rosario, da brandire con più efficacia mediatica al prossimo comizio pro- migranti?
Qualche autorevole padre agostiniano ha scritto che Papa Leone ci stupirà. Sospendiamo il giudizio, in attesa di segni di stupore. Ma se questo è l’inizio…

Pietro ha detto...

E però sorprende e delude di più che il Papa abbia ricevuto Salvini

don Piergiorgio Menotti ha detto...

Grazie all’amico Augusto Cavadi per questa opportunissima valutazione dell’evento di Rimini. Piergiorgio

Francesca Rigotti ha detto...

Grazie anche da parte mia. Bravo Augusto !

Mauro Matteucci ha detto...

Non sorprendono davvero l'invito e l'accoglienza entusiastica alla presidente Meloni. Da tempo Comunione e Liberazione, ma anche la Chiesa-istituzione hanno sposato il potere in tutte le sue forme, niente a che fare con il Vangelo.

Don Cosimo Scordato ha detto...

Caro Augusto ti voglio esprimere la mia piena adesione all'articolo che hai scritto sulla Meloni al meeting di Rimini. Un abbraccio e buon inizio di settimana.

Bruno Vergani ha detto...

Ho letto il discorso, e volevo segnalare un altro aspetto sulla vicenda. Devo ammettere che la parte più corposa, quella che esalta il “carisma” ciellino, è un vero capolavoro di tecnica retorica. È scritto con l’intento di creare una perfetta coerenza simbolica e culturale tra la Meloni e la visione di CL. Verosimile che sia stato elaborato con il contributo di membri anziani di CL, perché si avverte l’inconfondibile DNA. La Premier parla come fosse una ciellina di lunga data, pur non avendo mai avuto alcun legame con quell’esperienza. La cosa singolare è che i ciellini presenti, invece di riconoscere l’evidente distanza storica e personale fra loro e la Premier – “Questa arriva da tutt’altra storia”, “Quando è stato eletto Giovanni Paolo II aveva un anno”, “Queste parole non sono farina del suo sacco”, “Suona falsa come una campana” – applaudono senza riserve, con un’intensità quasi imbarazzante. Ma non applaudono davvero la Premier: applaudono sé stessi, riflessi nelle parole che ascoltano. Oggi gran parte della politica italiana poggia su strategie retoriche e propagandistiche. I discorsi non nascono più dalla voce diretta del leader, ma da squadre di ghostwriter e comunicatori che li confezionano con precisione. Il mio è un discorso tecnico, non politico. Non condivido le posizioni della Meloni, e ancor meno quelle di CL. Ma proprio per questo mi interessa osservare da vicino la macchina retorica, sofistica. Perché è lì che purtroppo oggi si gioca gran parte della politica.

Augusto Cavadi ha detto...

L'articolo è stato ripubblicato, con qualche mia modifica, anche su "Adista/Segni nuovi" (2025, 32) del 20.9.2025.