martedì 25 novembre 2025

I QUATTRO (ANZI CINQUE) RACCONTI DI VALERIO DROGA


La passione per la scrittura, come tutte le passioni intense, porta a imprese folli. O che tali possono apparire. E’ il caso di Valerio Droga che, non pago di scrivere racconti, ne disegna le illustrazioni, li impagina con cura, s’inventa un marchio editoriale per pubblicarli e s’ingegna di promuoverli attraverso vari canali telematici. Egli inaugura una delle nove Collane progettate, la “Collana della Farfalla”, con la raccolta Ma quanto parli? Quattro storie contate (www.lamedlibri.it, Palermo 2025, pp. 94) che costituisce una nuova edizione, ampliata, di una precedente pubblicazione con lo stesso titolo del 2014.

La domanda più spontanea è facile da immaginare: il gioco vale la candela? La mia risposta – da lettore molto “medio” che non ha nessuna pretesa di critica letteraria – è senz’altro affermativa. E lo è in base a un criterio talmente elementare da poter risultare rozzo: i testi di narrativa o avvincono (suscitandoti il desiderio di leggerli rapidamente sino alla fine) o ti annoiano (e, dunque, per quanto ti riguarda, si sarebbe potuto risparmiare la carta necessaria a stamparli). 

Le pagine di Droga mi hanno afferrato sin dal primo racconto – Passeggiata – che, vergato con una scrittura elegante ma non ricercata, lineare, pulita riserva un colpo di coda finale intriso di tenerezza contagiosa.

Più triste, quasi tragico, il racconto Ma quanto parli? che dà il titolo all’intera raccolta: un’immersione nel mondo della miseria materiale e morale in cui, nonostante i decenni trascorsi dall’epoca in cui sono ambientate le vicende, continuano ad arrancare troppe fasce sociali.

Con Il messaggero l’autore - come avverte egli stesso nella “Introduzione alla lettura” – prova a “cimentarsi col genere giallo”, a “giocare con la suspence e la tensione”, a “crearla e a trasmetterla”: e, a mio sommesso avviso, ci riesce.

 Il quarto racconto, Totò l’Arabo  – più una breve cronaca che una fiction – mi è risultato il meno toccante, nonostante la vicenda narrata sia in sé oggettivamente patetica. Intrigante invece Metafora, ultimo racconto (aggiunto come quinto, a dispetto del titolo della raccolta, in questa nuova edizione), nel quale  Droga, accogliendo la sfida di un docente universitario di scrivere un raccontino in non più di venti righe, prova a “trattare temi anche pesanti, tristi, violenti ma in modo poetico e, per questo, catartico, senza mostrare gli aspetti più duri dell’evento drammatico”.

In una pagina di congedo l’autore ringrazia i lettori per il tempo dedicato a queste storie: “chi parla molto per paura del silenzio e chi, senza parlare, riesce a dire tanto, chi ha aspettato per tanto tempo qualcosa che non è arrivato, chi ancora non smette e non smetterà mai di aspettare”. Non pochi lettori, suppongo, ricambieranno – come me – il ringraziamento.

Augusto Cavadi

www.augustocavadi.com

Per la versione originaria cliccare qui:

https://www.girodivite.it/4-racconti-anzi-5-di-Valerio-Droga.html

 

3 commenti:

Rita Cannizzo ha detto...

Ciao Augusto carissimo, si trovano in libreria?

Alberto Genovese ha detto...

Caro Augusto, diversamente dal tuo pensarti "lettore medio", anche nelle recensioni (in questo caso: praetor etiam parvas res curat) riveli la chiarezza del tuo pensiero. Un caro saluto.

Augusto Cavadi ha detto...

No, cara Rita. Si acquistano via internet nelle librerie on line come Amazon. Ma se vuoi chiedo all'autore-editore-libraio di lasciartene una copia in portineria (e ti direi quanto costa una copia)