sabato 25 aprile 2020

LE SCUSE CHE I SETTENTRIONALI ATTENDONO DA NONNO VITTORIO (FELTRI)

Se devo essere del tutto sincero, non riesco a capire – da meridionale – l’ira dei miei conterranei nei confronti del giudizio di Vittorio Feltri sulla loro “inferiorità”. 
Se Crozza, in una delle sue irresistibili imitazioni di Feltri, avesse sparato un giudizio simile, avrebbe strappato un sorriso divertito da  Macugnaga  a Pachino: cos’è la provocazione del giornalista bergamasco se non il sintomo che egli – ormai prigioniero del proprio personaggio – deve inventarsi battute sempre più paradossali per mantenere alta l’audience ?
Alcune persone che stimo mi hanno contestato di non cogliere una differenza decisiva: Crozza fa ridere perché è ovvio che non crede alle ingiurie che pronunzia recitando Feltri, mentre Feltri fa arrabbiare perché è ovvio che crede alle ingiurie che pronunzia quando imita il proprio imitatore.
Non sono né un profeta né uno psicoterapeuta e, dunque, ammetto l’ipotesi di sbagliarmi sul grado di convinzione (a mio parere vicino a zero) con cui Feltri sostiene che noi meridionali siamo inferiori al resto degli italiani. Ma, se avessero ragione i miei amici meridionali, continuerei a non vedere motivi di ira. 
Ad adirarsi, se mai, dovrebbero essere i miei numerosi amici centro-settentrionali (alcuni dei quali, infatti,  mi hanno già espresso stupore e sdegno per lo scomodo corregionale). Mi spiego con una analogia.

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4 commenti:

Chiara Zara ha detto...

Direi che da settentrionale una forte dose di imbarazzo è inevitabile, unita però alla convinzione che l'intelligenza (appunto) degli amici meridionali comprenderà l'inconsistenza del personaggio... è fuori, non fateci caso....😉
Buona domemica,
Chiara

germano federici ha detto...

Sì. Risate, fastidio e vergogna sono gli ingredienti che accompagnano anche solo la vista di una foto di Feltri. Sarebbe però opportuno che noi bergamaschi iniziassimo a sfatare i luoghi comuni, riproposti continuamente anche in questi giorni terribili, di un popolo senza macchia né paura, il migliore che c'è, una presunzione che è la madre di tutti gli imbecilli e i violenti.

Vanni Cassis ha detto...

Riguardo a Feltri che dire...mi basta fare memoria.
La residenza bergamasca di Feltri sta a Ponteranica.
Lo stesso paese di tale Cristiano Aldegani.
Eletto sindaco (leghista) a metà 2009, come primo atto di insediamento, rimosse l'intestazione della Biblioteca Peppino Impastato a favore del padre sacramentino Giancarlo Baggi.
Ero referente di Libera Bergamo in quel periodo, e ben ricordo la vicenda.
L'assessore alla cultura della neo amministrazione leghista mi disse candidamente che non sapevano nemmeno chi fosse Peppino Impastato.
Che effettivamente, conoscendo la sua vicenda, era stato un grande (!)
E che loro non volevano sollevare tutto quel polverone, ma "solo" dedicare la biblioteca ad una persona di Ponteranica.
Seguirono mesi, anni di lotta, con manifestazioni da 7000 persone (in un paese di 6800 anime), mobilitazioni, spettacoli, iniziative, testimonianze.
Si mobilitarono tanti di Ponteranica (tra cui gli stessi confratelli Sacramentini di P.Baggi), tanti "settentrionali", tanti "meridionali", Giovanni Impastato, Casa Memoria di Cinisi.
E alla fine (a metà del 2015), decaduta (e non rieletta) l'amministrazione leghista, a Ponteranica venne finalmente risarcita la memoria di Peppino con l'intitolazione del Centro Vivace, centro di aggregazione culturale e sociale giovanile.
Mentre nel frattempo, in tutta Italia, proprio grazie a questa vicenda, fiorirono a decine le intestazioni di edifici civici e strade alla memoria di Peppino.

Quindi, dicevo, guardo Feltri, allargo le braccia e scuoto la testa.
Ma subito mi si accende un sorriso sul volto...perché alle trovate del tracotante di turno spesso, quando serve, risponde la moltitudine (tanto del nord come del sud).
E la storia semplicemente se lo inghiotte. Esattamente come Aldegani, che nessuno ricorda più.
Mentre Peppino ora lo conoscono molti più di prima.

Antonella Palazzotto ha detto...

Ciao Prof.

Ti leggo sempre con piacere ... condivido il Tuo giudizio ma penso che il modo in cui l'abbia fatto e continui a farlo sia uno spregio all'intelligenza e alla ragione (nonché a quanti fanno giornalismo serio), ma anche un incitamento all'odio, che tanti cittadini, per varie e immotivate ragioni di pancia, possono raccogliere e continuare a fomentare.


Un abbraccio

Buona giornata