Come ha egregiamente sottolineato nei suoi libri Pierre Hadot, la filosofia è nata non come disciplina teorica, ma come modo di vivere. Solo dal tardo Medioevo in poi si è andata configurando la nuova identità del filosofo: non più un certo tipo di uomo, ma un certo tipo di professore. Ovviamente il prevalere della figura del professore (per lo più storico della filosofia e attento commentatore di testi ‘classici’) non ha comportato la scomparsa totale del filosofo che (per dirla con Emmanuel Mounier) non sa più se pensa la sua vita o vive il suo pensiero: detto più semplicemente, per il quale la filosofia è “saper vivere”. Giganti del pensiero moderno e contemporaneo – da Spinoza a Kant, da Feurbach a Marx, da Kierkegaard a Wittgenstein – lo hanno testimoniato ciascuno a suo modo, ma tutti con toccante intensità.
Da 28 anni, grazie al supporto
organizzativo del Gruppo Editoriale Di Girolamo- Il pozzo di Giacobbe, con
varie persone amiche, in giro per l’Italia, abbiamo provato a risuscitare
questa interpretazione ‘esistenziale’ (in senso ampio) della filosofia, nella
forma che riteniamo più congeniale: non eremitica (del monaco solitario), ma
cenobitica (comunitaria). Con un pizzico di esagerazione: abbiamo provato a
vivere per una settimana come vorremmo che fosse la società per il resto dell’anno.
Dunque in un clima di serenità, cooperazione nella ricerca, curiosità per i
punti di vista differenti dal proprio (anche quando, anzi soprattutto quando,
sono molto differenti), attenzione per le necessità altrui, sobrietà nell’uso
dei beni materiali, rispetto per tutti gli esseri viventi (soprattutto
senzienti) …
Dal momento che, in misura minore o
maggiore, negli anni precedenti abbiamo raggiunto questo obiettivo abbastanza
ambizioso, contiamo di raggiungerlo anche quest’anno in cui la tematica
generale è particolarmente incoraggiante: in una delle fasi più drammatiche del
pianeta dalla fine della Seconda guerra mondiale, il tema del riso e del
sorriso (in tutte le valenze dall’umorismo all’ironia). Il titolo prescelto per
questa edizione (dal 19 al 25 agosto 2025 nell’Alto Molise: per i dettagli
logistici visitare il sito www.vacanze.filosofiche.it) è tratto Michel
Foucault: “Un riso filosofico, cioè, in
parte, silenzioso”. Un’espressione che,
al di là di ciò che l’autore ha voluto effettivamente dire nel contesto del suo
Le parole e le cose, ci ha attratto per la sua enigmaticità che la apre a
varie interpretazioni. A me, ad esempio, suggerisce l’idea che il filosofo non
è un musone scontroso, ma neppure un ridanciano superficiale. Pur cercando di
cogliere gli aspetti lievi, persino divertenti, della vita, difficilmente
riesce ad azzerare quel sottofondo malinconico dovuto alla consapevolezza della
dimensione tragica delle biografie individuali e della storia complessiva.
Con puntualità giapponese, i seminari si
svolgeranno in varie sedi del Comune di Agnone (dopo un primo incontro
informale successivo alla cena del 19
agosto) dalle 9 alle 10,30 del mattino e dalle 18,15 alle 19,45 della sera
secondo un calendario che – a grandi linee – prevede i seguenti argomenti: lo
sguardo delle neuroscienze e della psicoterapia sull’homo ridens;
l’ironia socratica e la satira di Orazio; l’ironia di Leopardi e l’umorismo in
Pirandello; la filosofia dell’ironia in
Bergson e Jankelevitch; la pedagogia del sorriso; l’umorismo ebraico dalla
Bibbia a Woody Allen. La mattina dell’ultimo giorno (il 26 agosto) sarà
dedicata, secondo tradizione, a una agorà conclusiva per un bilancio
collettivo della settimana.
I seminari di filosofia per laureati in filosofia, o comunque esperti del settore, non mancano certo tutto l’anno in tutto il Paese. Per questo le nostre settimane filosofiche sono destinate, in primis, a persone che nella vita professionale si occupano di altro, ma che almeno ogni tanto vogliono regalarsi una pausa di raccoglimento, riflessione, confronto amichevole su alcune questioni centrali dell’esperienza umana. E in assetto non ‘scolastico’, tipico della lezione, bensì circolare, o cenacolare, della conversazione in cui ognuno ha qualcosa da sottoporre al vaglio dei partecipanti e tutti hanno, comunque, qualcosa di nuovo da apprendere (fosse anche solo il modo – unico e irripetibile – in cui una determinata idea si è incarnata nella storia dell’altro).
Augusto Cavadi
Per la versione originale corredata da
foto cliccare qui:
https://www.zerozeronews.it/ironia-esistenzialismo-e-valori-universali-delle-settimane-filosofiche/
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