martedì 31 marzo 2020

UN APPELLO DA DON COSIMO PER LE FAMIGLIE INDIGENTI

(FOTO DI MIKE PALAZZOTTO)

La pandemia sta facendo sprofondare il mondo in una crisi più facile da attraversare dal punto di vista sanitario che dal punto di vista economico. Sarà duro per quasi tutti gli strati sociali, ma per alcuni è già iniziata la tragedia: tutti coloro che in Italia - per limitarci al nostro Paese - si sono dovuti accontentare di lavoretti precari, spesso in nero, senza nessuna forma di previdenza. A Palermo si registrano episodi che, se non fossero drammatici, sarebbero davvero esilaranti. Penso all'uomo fermato dalla polizia che, per giustificare la sua assenza da casa, dichiara candidamente di essere in quella piazza per lavoro: "Sono il posteggiatore abusivo della zona". Come ha scritto una volta il mio amico sociologo Antonio La Spina, non siamo neppure alla illegalità: ci muoviamo sul piano, anteriore, della a-legalità. 
In questo contesto molti padri di famiglia sono davvero disperati e facile preda di sparute minoranze di stampo mafioso che minacciano azioni di protesta clamorosa e, intanto, moltiplicano sottotraccia rapine, furti, frodi. 
Troveranno, questo Parlamento e questo Governo, la lucidità politica di varare - immediatamente - delle misure severe di contenimento della elusione e della evasione fiscale in modo da accorciare le distanze attuali fra chi possiede molto più del superfluo e chi manca del minimo necessario? Spero di sì e temo di no.
Nell'attesa che i decisori politici si sveglino dalla complicità con i profittatori del sistema, non possiamo lasciar morire di fame intere famiglie né, in alternativa, indurle a gesti inconsulti che aggraverebbero ulteriormente la loro condizione sociale. 
Per questo molte organizzazioni, laiche e religiose, in queste ore stanno affiancando il lavoro del Comune di Palermo per affrontare i casi più gravi di indigenza.
Mi permetto di segnalare un'iniziativa di cui - per la serietà dei due responsabili che si occupano personalmente della gestione sul campo dell'operazione - mi posso fare in piena consapevolezza assolutamente garante.


1 commento:

nino miceli ha detto...

“L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma notevolmente superiore nel Mezzogiorno (9,6% nel Sud e 10,8% nelle Isole) rispetto alle altre ripartizioni.” Questo 10% medio tra sud e isole vuole dire che vi sono soggetti che sbarcano il lunario in un sistema ai limiti del legale o illegale e dunque nel momento nel quale ogni attività è sospesa questi nuclei, non sono nelle condizioni di generare reddito e poiché la fame non si abolisce per decreto saranno grati e pronti a offrirsi a chi è disponibile ad aiutarli e in questo le mafie sanno bene come comprarne il consenso e la riconoscenza che si tramuta in manodopera pronta a delinquere. I commercianti costretti a stare mesi con le serrande abbassate si ritroveranno in evidente difficoltà e qui lo strozzinaggio avrà praterie aperte. I danni che ne deriveranno dipendono da quale risposta immediata sarà capace di dare lo Stato. Se quanto promesso non arriva nel giro di pochi giorni ma tra tre mesi per via di procedure che sono da costruire e se la burocrazia lavorerà con i tempi di cui abbiamo prova, questo coronavirus farà la fortuna delle mafie e sarà vanificato quanto faticosamente è stato fatto anche con il sangue e il sacrificio di tanti uomini di buona volontà. Mi sovviene la piazza delle Poste ad Agrigento, Piazza Vittorio Emanuele, penso al parcheggiatore abusivo che vi presiede e mi chiedo in questi giorni di blocco totale delle attività, cosa incassa e cosa gli passa nella mente per sfamare la famiglia, lo stesso vale per il parcheggiatore di via Gioeni. Quanti nel Meridione d’Italia vivono, lavorando ai margini del rispetto delle regole? quali sono i loro pensieri? cosa sono disposti a fare per sfamare i propri cari ?. A me pare un esercito pronto a offrirsi a chi è disposto a offrire un aiuto. Chi darà per primo questo aiuto, sarà lo Stato o sarà la mafia.