venerdì 19 marzo 2021

L'AMORE FRA OMOSESSUALI HA BISOGNO DELLA "BENEDIZIONE" DI QUALCUNO ?


 “Repubblica – Palermo”

18.3.2021

 

L’AMORE E’ SANTO IN SE’…

 

La Congregazione per la dottrina della fede (in termini laici, civili, si direbbe il Ministero vaticano per l’ortodossia) ha dichiarato “illecite” le benedizioni concesse alle coppie omosessuali. Sino a pochi decenni fa valeva l’adagio “Roma locuta, causa soluta est” (Roma ha parlato, la questione è risolta), ma oggi per fortuna non è più così. Gli interventi di vari preti palermitani – e non tra i meno autorevoli per dottrina e impegno pastorale - riportati sulla nostra edizione di ieri lo attestano: con toni solo leggermente diversificati, sono comunque unanimi nell’appellarsi al messaggio evangelico come istanza prioritaria rispetto ai documenti vaticani. Le opinioni che mi sono arrivate, attraverso vari canali anche diretti, di amiche e amici omosessuali che non hanno abbandonato la professione cristiana (sia cattolica che protestante) sono – ovviamente – sulla stessa lunghezza d’onda, anche se contrassegnate da una più marcata venatura di stupore (il documento è stato previamente approvato da papa Francesco), di amarezza e di indignazione.

Se da una parte condivido queste preoccupazioni del mondo delle persone impegnate in relazioni omoaffettive, dal momento che notizie come queste travalicano i confini della Chiesa cattolica e influenzano – più o meno consapevolmente – la mentalità dei cittadini in generale (accrescendo i rischi dei pregiudizi e dei conseguenti comportamenti omofobi) , dall’altra non posso evitare di chiedermi: ma non stiamo esagerando? In una fase storica in cui il numero dei matrimoni religiosi, in chiesa,  è in calo crescente rispetto ai matrimoni civili, in municipio, è davvero il caso di dare tanta importanza (sia pur nella contrapposizione dialettica) a ciò che opina un’istituzione ecclesiastica in palese crisi di consensi? 

A questa considerazione generale, di ordine sociologico, ne vorrei aggiungere un’altra più specifica, di ordine teologico. Probabilmente non è a tutti noto che la “benedizione”, secondo la Bibbia e la Tradizione più antica,  non è prima di tutto un’ azione di Dio né direttamente né attraverso suoi (veri o presunti) rappresentanti.  E’ piuttosto un’azione dell’essere umano che – davanti a un dono della vita – avverte l’esigenza spontanea di “dire bene” di Dio. Etimologicamente, ed essenzialmente, non è Dio che benedice il pane sulla nostra tavola o un neonato o una coppia di innamorati: siamo noi, se credenti in Lui, che ne “diciamo bene”, lo ringraziamo, lo lodiamo, per ciò che interpretiamo come manifestazione della sua benevolenza. L’amore – in tutte le sue forme – è già in sé stesso santo (anzi, secondo la Prima Lettera di S. Giovanni, è manifestazione nella storia del Dio che è Amore): ritenere che la “benedizione” di un prete lo possa legittimare o purificare o rinforzare è superstizione antropomorfica. Ciò che un prete, una madre di famiglia, un ragazzo possono fare è “bene-dire” di Dio per quell’amore che sta accadendo sotto il loro sguardo ammirato. Questo diritto-dovere, per un credente, di parlare bene di Dio, e Dio, nessuna istituzione umana (per quanto ‘sacra’ possa auto-interpretarsi) lo può strappare a chicchessìa.

 

Augusto Cavadi 

www.augustocavadi.com

8 commenti:

Maria D'Asaro ha detto...

Sottolineo due importanti passaggi dell'articolo:
1. Il pronunciamento sulla non benedizione delle coppie gay "travalica i confini della Chiesa cattolica e influenza – più o meno consapevolmente – la mentalità dei cittadini in generale (accrescendo i rischi dei pregiudizi e dei conseguenti comportamenti omofobi).
2. La “benedizione”, secondo la Bibbia e la Tradizione più antica, non è prima di tutto un’ azione di Dio né direttamente né attraverso suoi (veri o presunti) rappresentanti. E’ piuttosto un’azione dell’essere umano che – davanti a un dono della vita – avverte l’esigenza spontanea di “dire bene” di Dio. (...)L’amore – in tutte le sue forme – è già in sé stesso santo (anzi, secondo la Prima Lettera di S. Giovanni, è manifestazione nella storia del Dio che è Amore):ritenere che la “benedizione” di un prete lo possa legittimare o purificare o rinforzare è superstizione antropomorfica. Ciò che un prete, una madre di famiglia, un ragazzo possono fare è “bene-dire” di Dio per quell’amore che sta accadendo sotto il loro sguardo ammirato. Questo diritto-dovere, per un credente, di parlare bene di Dio, e a Dio, nessuna istituzione umana (per quanto ‘sacra’ possa auto-interpretarsi) lo può strappare a chicchessìa."

Grazie.

germano federici ha detto...

L'unica benedizione che serve è quella dei due che si amano. Tra i cosiddetti sacramenti, quello del matrimonio è l'unico dei sette segni che non ha come ministro il sacerdote, ma il corpo (il CORPO!, occorre sottolinearlo sempre) dei due che si promettono e danno amore.
germano

Unknown ha detto...

Questa e' una chiesa che nulla ha a che fare con Gesu' Cristo. Possano un giorno incontrare il suo Puro e Divino Sguardo.

Giusy

Anonimo ha detto...

E' questione di verità, prof Cavadi. Benedire, in questo caso significa ammettere, rendere testimone Dio dell'unione avvenuta. Quanto all'amore, tutti ci dobbiamo amare, quindi anche due persone dello stesso sesso. Che fa problema è l'esercizio del sesso fra due persone del medesimo. Non è conforme a natura, come il creatore ha stabilito e pertanto non conforme a dignità e verità. "Appellarsi ai Vangeli come istanza prioritaria, rispetto ai documenti vaticani"(al di fuori di Pietro che ha il mandato di pascere), significa scavalcare per motivi di ordine soggettivo, e quindi non oggettivamente veritieri, la parola di Gesù: "Chi ascolta voi ascolta me". Non ci si appella in questo modo al Vangelo, ma si tradisce. Immaginiamo un S. Paolo che "benedice" un 'unione omosessuale?
Franco

Augusto Cavadi ha detto...

Gentile Franco,ha letto il messaggio del vescovo di Anversa che forse ne sa un po' più di me e di Lei?
Per Sua comodità lo aggiungo adesso come post sul mio blog, ringraziandoLa molto dell'idea che mi ha - del tutto invoontariaente - suggerito.
Augusto

Unknown ha detto...

L'ho già letto, gentile professor Augusto. Nulla di nuovo. Stando però al Suo ragionamento, è probabile che il papa ne sappia di più di noi e del vescovo di Anversa. Grazie.

Unknown ha detto...

Dobbiamo concludere che per chi non crede, non sono mai state necessarie benedizioni e mai lo saranno. Quindi stiamo tranquilli, possiamo benissimo andare avanti così, ad libitum, fino alla morte. Franco

Augusto Cavadi ha detto...

Al Signor Franco che scrive: "L'ho già letto, gentile professor Augusto. Nulla di nuovo. Stando però al Suo ragionamento, è probabile che il papa ne sappia di più di noi e del vescovo di Anversa. Grazie."

Già, penso anch'io che il papa che a domanda risponde "Chi sono io per giudicare i gay" ne sappia più di noi e del vescovo di Anversa. Prego.